Il grande potere delle parole. Usarle bene e proteggersi.

Le parole, quanto sono importanti, molto di più di quello che crediamo, ogni parola che sentiamo, che diciamo o che pensiamo, anche inconsapevolmente, incide sulla nostra vita.

Ogni singolo vocabolo infatti, dentro il nostro cervello è collegato a un circuito, che abbiamo creato nel tempo con le nostre esperienze di vita, con i ricordi, ecc. e, di conseguenza, questo circuito produce tutta una serie di immagini, pensieri, stati d’animo che automaticamente vengono riattivati nel momento in cui risentiamo quel vocabolo. In certi casi ci sono parole sentite o dette e frasi cariche di emozioni che restano nella memoria per anni.
Per questo molte tecniche di terapia, ma anche di vendita, sono fondate sull’uso consapevole e intelligente della parola, perché in base a questo concetto, una parola può essere sia curativa, ma purtroppo (eh sì!) anche dannosa!
La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) per esempio è una tecnica efficace, che è nata per uno scopo ben preciso e viene usata attualmente soprattutto per migliorare le proprie prestazioni in ambito business e per riprogrammare il sistema legato ad alcuni concetti interiori, ed è proprio fondata sulla ripetizione di parole ben studiate e mirate a un obiettivo specifico.

Possiamo fare un velocissimo esperimento per capire meglio: provate a pensare ad alcune parole positive e negative, una alla volta, e provate a sentire cosa succede dentro di voi ad ogni affermazione, quali sensazioni scatenano e quali emozioni sono ad esse collegate.
Per esempio:

TRISTEZZA > GIOIA
INSICUREZZA > SICUREZZA
AGITAZIONE > QUIETE
INDIFFERENZA > INTERESSAMENTO
RABBIA > CALMA
CRISI > OPPORTUNITÀ

Con questo semplice esercizio ci si accorge molto rapidamente che sentire determinate parole ci può fare bene oppure male, e la reazione che ne scaturisce sarà ancora più incisiva se ripetiamo più volte quella stessa parola, o anche ogni giorno o più volte al giorno.

Il linguaggio porta in se’ un potere fantastico, è un mezzo con cui possiamo davvero creare una vita migliore, sia per noi che per gli altri.

Il linguaggio è il mezzo per esprimere, comunicare e far capire all’esterno quello che percepiamo dentro di noi e viceversa.
È così che studiamo e impariamo, è così che intensifichiamo le nostre esperienze e plasmiamo ciò che siamo, fin da quando mettiamo piede in questo mondo, da quando siamo nati.

Quindi dovremmo fare molta attenzione a ciò che sentiamo, a ciò che diciamo, e di conseguenza a ciò che pensiamo. Dovremmo selezionare bene le parole e, per stare meglio, usare parole che ci rendano più positivi, più felici, più entusiasti, più amorevoli… ecc., si potrebbe andare avanti all’infinito con gli esempi.

Questo 2020 ci ha messi alla prova, stiamo vivendo un periodo molto particolare della nostra esistenza, sentiamo tantissimo e ovunque parole come malattia, malato, virus, terapia intensiva, ospedale, pandemia, morte… Tutti questi vocaboli carichi di significato pesante e negativo per tutti, entrano inevitabilmente dentro di noi e generano delle reazioni, anche se non ci poniamo attenzione, anche se ci sembra impossibile, succede comunque: i nostri comportamenti vengono modificati da ciò che sentiamo. La mente infatti, funziona per confronto e per reazione. Ma staccandoci un attimo dall’argomento Covid, provate anche a pensare a quante parole negative sentiamo per esempio dai telegiornali, come guerra, crisi, paura, omicidio… E cito solo queste, ma quante sono!

Con ciò non voglio dire che ci dobbiamo isolare e non ascoltare più nulla, non scordiamoci il buon senso, ma proteggiamoci un po’. Quando rimaniamo informati è sufficiente, di certo non ci fa bene stare rintanati in casa a sentire tutto il giorno notizie che girano sempre intorno allo stesso negativo argomento.

Il nostro cervello è come un computer, registra INPUT per poi generare degli OUTPUT, è un meccanismo naturale e inconsapevole come respirare.

Se il nostro input è continuamente nutrito da parole negative, come potrà essere il nostro output?

Questi concetti dovrebbero essere ricordati nella vita di tutti i giorni, quando chiacchieriamo con gli altri, ma anche quando riflettiamo su di noi e parliamo con noi stessi. Per esempio, se ho un problema e continuo a parlare a familiari e amici del mio problema ponendo sempre l’attenzione su parole negative legate alla situazione, come saranno gli INPUT verso di me e verso gli altri, ma soprattutto come sarà l’OUTPUT?

Silvia Baldi, Counselor Psicobiologico

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